Fattorini Scugnizzi, da Arezzo la pizza di ‘O Scugnizzo direttamente a casa

È primavera! Già da un po’, non c’è dubbio. Anzi, le temperature di questi giorni di metà maggio sono quasi estive. Ma appena ieri, quando ci siamo salutati con pacche sulle spalle e con i nostri sorrisi bene in vista, faceva freddo e la primavera era ancora lontana. Poi siamo rimasti intrappolati in un lungo inverno.

Oggi ci siamo svegliati in un mondo un po’ assonnato per la precoce calura, ma emozionati come se fosse il primo giorno del nuovo anno. 

Eccoci giunti alla “nuova fase”, quella delle riaperture. 

Noi di ‘O Scugnizzo siamo sempre rimasti aperti. Dal 9 marzo al 17 maggio ci siamo impegnati per poter restare accanto ai nostri clienti in uno dei momenti più difficili della storia recente, che ha costretto tutti a reinventarsi di continuo, seguendo regole rigide e che ci hanno messo a dura prova.

E così proprio noi di ‘O Scugnizzo, che vi abbiamo sempre voluto qui accanto a noi, abbiamo intrapreso un percorso che ci era fino a ora sconosciuto: la consegna a domicilio. Per farlo abbiamo messo su una squadra che ci rappresentasse, che fosse il nostro biglietto da visita che bussava alle vostre porte e che vi consegnasse le nostre pizze come se foste in pizzeria: i fattorini scugnizzi

Il servizio a domicilio e l’asporto proseguono anche in questa nuova fase. I servizi di consegna e ritiro presso la pizzeria si sono rivelati essere un punto focale in questo momento in cui sono necessari ancora distanziamento sociale e distanza di sicurezza. Molti dei nostri clienti ci hanno richiesto di mantenere i due servizi attivi anche nella Fase 3 e noi ci impegniamo a farlo.

Coadiuvati dal nostro centro di controllo tramite l’innovativa App ‘O Scugnizzo, i nostri ragazzi in giacca rossa, maglia bianca, borsa termica e mascherina, hanno percorso decine di chilometri in appena due mesi, spingendo il confine delle consegne di pizza a domicilio a distanze siderali da Via De’ Redi ad Arezzo. Armati di navigatore e amore, i fattorini scugnizzi hanno raggiunto terre inesplorate per colmare quelle improvvise distanze messe tra noi e voi da un imprevedibile destino. 

Come è nato il team dei Fattorini Scugnizzi

Per mettere su il nostro team ci è bastato spargere la voce e, in men che non si dica, abbiamo incontrato giovani intraprendenti e con tanta voglia di mettersi in gioco e di rendersi utili durante l’emergenza coronavirus. 

I Fattorini Scugnizzi che hanno riempito le vostre serate con la pizza di ‘O Scugnizzo, sono giovanissimi, con un’età media di 19 anni. La prima squadra a scendere in campo ogni sera durante il lockdown e la prima Fase 2, ha visto protagonisti Alessandra Severi, Alessio Innocentini, Carmine Giusti, Elena La Vecchia, Elisa Gallorini, Giacomo Jack Decina, Giacomo Nicchi, Giovanni D’Aprile, Giulia Veracini, Mattia Maurizi, Samuele Ralli, Sara Borghini. Altri si sono susseguiti in questa avventura: Luca, Ciccio, Nico e Carmine Giustino.

I nostri giovanissimi collaboratori si sono messi in gioco con le loro aspettative e la voglia di fare. Alcuni, alla loro prima esperienza di lavoro, hanno scoperto un mondo di valori condivisi, diventando sera dopo sera una vera e propria comitiva, nata attorno a un simbolo dell’Italia buona, quella da prendere a esempio, riconosciuto e apprezzato nel mondo: la pizza.

Sara ha 18 anni e frequenta la terza superiore del Liceo di Scienze Umane, parla della funzione formativa dei primi lavori: “Penso che alla mia età sia importante, a livello educativo e formativo, iniziare a fare le prime esperienze lavorative, in più ho la possibilità di guadagnare un po’ di soldi da mettere da parte.

Sara Borghini

Rispetto alla fase di normalità conosciuta fino a febbraio 2020, cercare lavoro durante l’isolamento è un po’ diverso. Molti ragazzi si sono messi alla prova per la prima volta nel mondo del lavoro, con le ansie che da sempre accompagnano il primo giorno della vita lavorativa. Gli obiettivi sono sempre quelli di mettere dei soldi da parte e continuare a studiare, imparare qualcosa di nuovo, come per tutti i giovani che muovono i loro primi passi nell’universo adulto. Ma farlo durante l’emergenza coronavirus significa armarsi di coraggio ed essere mossi dalla voglia di ripartire, da motivazioni profonde e dal voler fare nuove amicizie.

Samuele, 18 anni, compagno di classe di Gennaro Police, pizzaiolo e figlio del nostro Pierluigi, ha iniziato la sua avventura da fattorino. “Data la situazione complicata causata da questo virus, ho pensato che sarebbe stato un ottimo momento per iniziare a lavorare e fare qualcosa di produttivo ed utile, anche perché stare in casa tutto il giorno non è affatto divertente“.

Samuele Ralli

Alessandra, 20 anni e studentessa universitaria, ha scoperto il lavoro da fattorina da poche settimane: “Porterò sempre nel cuore i sorrisi delle persone a cui ho fatto le consegne, perché ho capito che alla fine, nel mio piccolo, ho fatto qualcosa di utile e buono per gli altri“. Una buona pizza durante l’isolamento, ha portato un po’ di gioia e normalità nelle persone chiuse, loro malgrado, in casa. I fattorini scugnizzi, nello spirito solare che ci contraddistingue, lo hanno scoperto a ogni porta aperta al loro passaggio. “Dopo la consegna – prosegue Alessandra- mi è capitato di poter scambiare qualche parola con le persone a cui ho portato le pizze. Anche piccoli dialoghi fanno bene, sia ai clienti che a me, è una sorta di indice di umanità, di vicinanza gli uni agli altri in questo momento difficile“.

Alessandra Severi

I nostri fattorini sono arrivati via via che cresceva la richiesta di consegne in tutto l’Aretino. Ognuno ha avuto un primo giorno di lavoro emozionante e teso, soprattutto per chi era alla sua primissima prova. Alessio, 18enne maturando, racconta: “Il primo giorno ero molto teso, però dopo l’incertezza iniziale, grazie anche ai miei colleghi, tutto è risultato più semplice del previsto.

Alessio Innocentini

Giovanni, che ha atteso di diventare maggiorenne per entrare a far parte degli scugnizzi, era tesissimo. “Il mio primo giorno è stato sicuramente pieno di tensione. Era la prima volta che svolgevo un’attività lavorativa. Ma subito questa sensazione si è sciolta conoscendo i ragazzi e il personale della pizzeria, che mi ha spiegato accuratamente come consegnare al meglio queste prelibate pizze, dicendomi che dovevamo comportarci nel viaggio come se avessimo materiali di vetro nello zaino“.

Giovanni D’Aprile

Anche l’ansia fa la sua parte, come ammette Mattia, 18 anni e alla prima volta come fattorino: “Il primo giorno un po’ di ansietta ci sta, sono tante le cose che possono andare ‘storte’ ma con la giusta dose di dritte e di comprensione da parte dello staff, mi sento di dire che sono migliorato molto nei tempi e nei modi di consegna“. 

Mattia Maurizi

Giacomo, 18 anni, per entrare a far parte del nostro team ha rinunciato al lavoro da fattorino presso una grossa società: “Ho avuto modo di conoscere ‘O Scugnizzo prima di entrare nella squadra e quando si è creata l’opportunità, l’ho afferrata al volo, anche per mettere qualche soldo da parte

Giacomo Nicchi

Jack, 19 anni, ha vissuto il suo primo giorno come in uno spettacolo pirotecnico:  “Non nascondo di essere stato un po’ agitato, durante il mio primo giorno. Ero totalmente estraneo alla professione di fattorino. Certo, sapevo di già cosa dovessi fare a grandi linee, ma erano tutte solamente conoscenze ‘teoriche’, per così dire, mai messe in pratica. Alla fine era tutta paura infondata, la serata è andata benissimo! Un inizio col botto, ecco!“.

Giacomo (Jack) Decina

Qualcuno è stato messo a dura prova perché ha iniziato di sabato, il giorno più duro della settimana, quello in cui bisogna essere davvero celeri e non sbagliare nulla. È il caso di Elisa, 18 anni: “Avevo molta ansia dovuta anche al fatto che sapevo ci sarebbero state molte consegne. Ma dopo aver conosciuto gli altri mi sono sentita molto più tranquilla e pronta ad iniziare un lavoro che non avevo mai fatto prima.

Elisa Gallorini

Elena, 19 anni, all’ultimo anno del Liceo Scientifico, mette in evidenza il rispetto delle regole per la salute pubblica: “Sicuramente sarà un’esperienza che ci ricorderemo per sempre. Alla fine non capita a tutti di iniziare a lavorare durante un periodo come questo, in cui è stato fondamentale mettere in sicurezza noi e i nostri clienti“.

Elena La Vecchia

I fattorini scugnizzi sono diventati sin da subito un gruppo affiatato. Per renderlo efficiente abbiamo formato i ragazzi in modo da consegnare a casa vostra pizze perfette come appena sfornate. Coordinati e formati da Dario Meo, con la supervisione di Maria, i fattorini scugnizzi sanno perfettamente che il loro carico è prezioso.

La pizza napoletana è molto delicata e richiede molte attenzioni… anche una curva può rovinarla“, parola di Giulia 19 anni, studentessa universitaria a Firenze. “Questo lavoro mi ha permesso di rendermi utile in un momento particolare -prosegue Giulia-. E vedere il sorriso dei clienti davanti alla loro pizza calda come se fosse appena sfornata è una grande soddisfazione“.

Giulia Veracini

Le regole più importanti sono elencate da Samuele: “Mantenere le distanze, indossare mascherina e guanti in lattice e porre attenzione durante il trasporto delle pizze. Sono pizze napoletane, oltre a essere squisite, sono delicate e sensibili“.

Momenti indimenticabili

Carmine, 20 anni, napoletano, già nostro collaboratore in sala, non ha voluto rinunciare alla possibilità di far parte della squadra di ‘O Scugnizzo anche dopo la pandemia: “Di questa esperienza da fattorino un episodio che porterò sempre nel cuore, è quello delle consegne delle pizze a fine serata all’Ospedale San Donato. Vedere la felicità dei medici e  pensare a tutto l’impegno che hanno impiegato durante il periodo difficile dell’emergenza, mi ha reso davvero molto felice“.

Carmine Giusti

Una volta una signora anziana ha raccontato a Samuele che la pizza le era stata “inviata” tramite la nostra App da suo nipote che vive in Canada. Un momento dolcissimo.

Le serate e la nostra pizza

Parlando con i ragazzi della loro esperienza qui da ‘O Scugnizzo, la parola ‘trend topic’ è amicizia. In un gruppo di lavoro costituito da giovanissimi è proprio questo il segreto. Alcuni già si conoscevano tra loro, come Giovanni e Samuele, che frequentano la stessa scuola. Alessandra e Sara sono cugine. Jack e Alessandra sono amici, così come Elisa e Mattia. Ma poi tra tutti i ragazzi è nato un legame (e pare che si siano formate un paio di coppie).

Le serate passate insieme, in attesa delle pizze da consegnare, sempre distanti ma uniti dalla nuova esperienza, hanno sollevato gli animi di un gruppo di ragazzi che si è trovato ad affrontare un momento molto difficile, con le scuole e le università chiuse e senza alcun modo, se non virtuale, di coltivare le relazioni. Gli aneddoti sui clienti introvabili o su quelli che si sono fatti consegnare la pizza in punta di piedi dalla “finestra del bagno”, le storielle “buffe e strampalate” e la “sfida alle mance”, sono stati e sono i momenti preferiti dai fattorini scugnizzi. Un momento di incontro e confronto “in sicurezza” tra loro e il nostro staff.

Il momento della serata che preferisco– spiega Jack- è quando, nel rispetto delle norme di sicurezza e con tutte le dovute precauzioni, a fine serata, prima di tornare a casa, facciamo il resoconto della giornata e chiacchieriamo allegramente. È un bel momento per condividere esperienze, imparare a conoscerci meglio e per farsi anche quattro risate“.

La pizza napoletana per alcuni dei ragazzi è stata una scoperta in questo periodo e noi di ‘O Scugnizzo siamo felici che proprio la nostra sia stata la loro prima pizza. Mattia: “È stato amore a primo morso“.

Grazie ragazzi

Questa esperienza dell’isolamento e del distanziamento, la necessità costante di aggiornare il proprio lavoro in base alle direttive che si susseguivano, ha segnato tutti noi e ha messo a dura prova la nostra capacità inventiva. Ma anche grazie a queste giovani leve, con le loro energie e il loro sguardo privilegiato sul futuro, abbiamo trovato nuovi stimoli a proseguire nella cosa che amiamo più fare.

Da tutti noi di ‘O Scugnizzo un enorme e caloroso “Grazie” a tutti voi che avete messo il cuore in questa esperienza.